Non tutti sanno che



Curiosità, miti, leggende e personaggi storici di Vicovaro, per conoscere le credenze popolari e la storia del paese da un insolito punto di vista.







ANTICHE LEGGENDE



Tra le leggende popolari che rendono famoso il paese di Vicovaro trovano posto racconti e reminescenze popolari riguardanti esseri fantastici o mostruosi tra cui streghe, fantasmi e lupi mannari.
Le streghe sono donne a metà tra l'umano e il soprannaturale: entità che si diceva facessero il malocchio, fattucchiere che avrebbero agito attraverso un libro contenente formule magiche. Erano solite passare attraverso i buchi delle serrature per recarsi nelle cantine al fine di mangiare tutto quello che trovavano. Per fermarle bisognava mettere una scopa davanti alla porta, attraverso la quale riuscivano ad accedere nell'abitazione solo se riuscivano a contarne tutti i fili, una prova che risultava loro molto difficile e che lasciava dormire tranquilli i Vicovaresi.
Un'altra narrazione leggendaria riguarda invece la cosiddetta "Pantasima" dell' "Arcu e ju riu", una donna fantasma che sarebbe più volte apparsa in abito da sposa in località "Arcu e ju riu" a Vicovaro, ovvero in Via Giuseppe Verdi, dove ancora oggi, a ridosso delle pareti dell'antica rocca degli Orsini si conserva l'imposta di una antico arco andato distrutto in tempi moderni.
La zona è ubicata al di fuori del centro storico di Vicovaro e probabilmente il mitico racconto era utilizzato dalle madri per non permettere ai propri figli di uscire dalla porta del paese. Probabilmente la realtà della leggenda risiede nel fatto che proprio in quel luogo nidificavano i barbagianni, che, con il loro candido piumaggio potevano essere confusi con una figura evanescente vestita di bianco.
I lupi mannari sono invece personaggi reali ai quali l'immaginario popolare attribuiva, in modo unanime, una esplicita condizione patologica, ovvero la licantropia. Di essi si ricorda soprattutto il timore che suscitavano nel corso dei loro attacchi furiosi legati soprattutto al cattivo tempo, la ferocia, l'aggressività e l'ululare quasi incessante.




MARCANTONIO SABELLICO, UMANISTA VICOVARESE



Attorno al 1436 nacque a Vicovaro Marcantonio Coccio, detto il Sabellico, umanista che si distinse per le sue opere storiche scritte tra Udine e Venezia tra cui: De caede Sontiaca, de incendio Carnico, de vetustate Aquileiae et Foriiulii libri VI, le Historiae rerum Venetiarum. Oltre al genere storico il Sabellico compose opere di carattere retorico, opuscoli di argomento giuridico e politico, epistole, carmi e un dialogo sulla lingua latina.
Nonostante avesse vissuto per pochissimi anni a Vicovaro, il suo attaccamento alla terra natale emerge nelle sue opere e soprattutto nel testamento redatto poco prima della sua morte, sopraggiunta a Venezia il 19 aprile 1506, nel quale citava tra i suoi eredi alcuni personaggi vicovaresi.
A Vicovaro allo studioso sono state intitolate vie e scuole e ad egli è interamente dedicato dal 1999 un concorso a cadenza annuale, il Premio d'Arte Marcantonio Sabellico, che prevede la realizzazione di opere artistiche, fotografiche e letterarie.





STORIA DEL MIRACOLO MARIANO



A Vicovaro, il 20 luglio 1796, nel vicino convento di S. Cosimato si manifestò per la prima volta il miracolo mariano in un' immagine della "Vergine Addolorata" posta in un' edicola all'angolo del recinto della Via Crucis, verso la Via Tiburtina; due giorni dopo, il 22 luglio, nel centro storico del paese, nel Tempietto di S. Giacomo Maggiore, il prodigio si ripeté: il dipinto della Vergine Maria "Avvocata Nostra", realizzato da Giacomo Triga nel 1738, "mosse gli occhi".
L'evento si sarebbe di nuovo ripetuto nel 1863, nello stesso giorno in cui si celebrava la festa della Maddalena.
Da quel momento in poi comunità, confraternite e singoli cittadini si recarono in pellegrinaggio a Vicovaro per recare omaggio alla prodigiosa Immagine; il numero dei visitatori crebbe incredibilmente di giorno in giorno e comprese persone di ogni ceto, sesso e condizione.
Negli anni '20 del XX secolo fu costituito un Comitato permanente sotto la direzione dell'allora preposto di Vicovaro. In quell'occasione fu fissata alla prima domenica di settembre la solenne festa annuale. Si stabilì, così, che il giorno 22 di Luglio - anniversario del I e del III prodigio la prodigiosa effigie dell'Avvocata Nostra venisse traslata dal Tempietto di S. Giacomo Maggiore, alla chiesa di S. Pietro Apostolo e qui restasse esposta all'altare maggiore sino al lunedì della settimana successiva alla processione, per essere poi riportata nella sua dimora.





VICOVARO, TAPPA DEL GRAND TOUR



Jakob Philipp Hackert, vedutista tedesco nato a Prenzlau in Germania nel 1737, maestro di disegno ed amico di Johann Wolfgang von Goethe, nel 1768 si stabilì in Italia per il suo Grand Tour e visitò Tivoli ed i suoi dintorni.
Al 1780 risalgono le "Dieci vedute della Campagna di Orazio" tra le quali una "Veduta di Vicovaro antica Varia", una "Veduta del Convento di San Cosimato", una "Veduta di una parte del Convento di San Cosimato con ponte moderno sull'Aniene e parte dell'Acquedotto Claudio".








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